Le immagini hanno fatto il giro del mondo e hanno scatenato nell’opinione pubblica internazionale una condanna praticamente univoca. La Russia continua a smentire ma ciò che le foto e i video hanno mostrato di Bucha non lascia spazio a nessun’altra verità. L’orrore per quanto commesso nei dintorni di Kiev necessita ora di un’unica risposta: la condanna di chi ha ordinato ed eseguito il massacro di centinaia di civili, fra cui donne, bambini ed anziani, alcuni dei quali trovati legati, bendati e torturati. Sarebbero oltre 400 le vittime ma si continua a cercare e a scavare perchè i corpi potrebbero essere ben di più.
“Un processo per i crimini di guerra commessi da Putin”, sono state le parole pronunciate dal presidente americano Joe Biden, che attraverso il proprio ambasciatore all’Onu ha anche chiesto la sospensione di Mosca dal consiglio delle Nazioni Unite dedicato ai diritti umani. L’Unione Europea, per bocca di Ursula von der Leyen, la presidente, ha comunicato l’istituzione “di una squadra investigativa comune con Kiev per raccogliere prove” e indagare sui massacri di Bucha.
Di un crimine “imperdonabile” ha parlato il premier inglese Boris Johnson, secondo il quale la scoperta di fosse comuni è “disgustosa”. Il numero uno di Kiev, Volodymyr Zelensky, recatosi sul luogo del dramma, ha usato termini ancora più pesanti e non poteva essere diversamente. I soldati russi “sono dei macellai, assassini, torturatori, stupratori e saccheggiatori”, ha tuonato il presidente ucraino, apparso visibilmente scioccato durante la sua visita nel distretto a nord-ovest di Kiev.
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