Le nuove prove non bastano. Il tribunale del Riesame di Napoli dice ‘no’ all’applicazione di misure cautelari nei confronti di 7 agenti della polizia penitenziaria coinvolti nell’inchiesta sulle torture al carcere di Santa Maria Capua Vetere nel corso dell’orribile mattanza del 6 aprile del 2020.
Era stato il gup Pasquale D’Angelo, a luglio del 2022, a respingere la richiesta cautelare avanzata dalla Procura nei confronti di Gianni Greco, Angelo Ricciardi, Marcello Vetrano, Angelo Di Costanzo, Angelo Racioppoli, Nunzia Di Donato e Tiziana Perillo. Per tutti la Procura aveva invocato l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora alla luce di nuove prove acquisite. In particolare per Di Donato e Perillo ci sarebbe il riconoscimento – attraverso le immagini della videosorveglianza – in ulteriori condotte di violenza ai danni dei detenuti. Per gli altri, invece, ci sarebbe stato il riconoscimento anche da parte di altri coindagati, tra cui l’ex comandante Gaetano Manganelli.
Contro la decisione del gup, la Procura ha fatto ricorso al Riesame reiterando la richiesta cautelare. Ma anche per i giudici dell’ottava sezione penale (presidente Purcaro) hanno rigettato l’istanza. Per i giudici, infatti, il lasso di tempo e l’assenza di successive condotte analoghe “inducono a ritenere attualmente insussistente ogni pericolo di ricaduta in condotte della medesima specie per cui si procede”. Inoltre, riguardo il possibile pericolo di inquinamento delle prove, il Riesame ha ribadito che gli indagati per cui è stata chiesta la misura sono estranei “a condotte di depistaggio perpetrate da altri”.