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SANITÀ: LE CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA

Conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa della pandemia da Covid 19. Nella giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia iniziative celebrative ma anche informative e di sostegno economico alla ricerca. Il motivo per cui è stato scelto proprio il 18 marzo come giorno per commemorare tutte le persone che hanno perso la vita a causa del virus che ha scatenato la pandemia è che proprio a quel giorno risale la drammatica immagine dei mezzi pesanti dell’Esercito Italiano in fila, impegnati nella rimozione di centinaia di bare depositate presso il cimitero monumentale di Bergamo. Quella colonna di mezzi colpì fortemente l’opinione pubblica e fece sì che tutti si rendessero conto di cosa stesse davvero succedendo.

 Ma cosa è rimasto della pandemia, quali sono stati gli insegnamenti e soprattutto le conseguenze. Dalle mascherine che ancora vengono utilizzate nei posti più disparati, ai test che ancora si fanno ad esempio in ospedale. Sono rimasti gli strascichi dell’isolamento sulla salute mentale di tutti, si moltiplicano gli studi che raccontano tutti i lati del Covid e della pandemia. Il covid ha ridotto di 1 anno e mezzo le aspettative di vita globale. La campagna vaccinale non ha incentivato alla vaccinazione. Quest’anno gli esperti hanno continuato a raccomandare il vaccino soprattutto ai fragili. La Fondazione Gimbe, usando i dati del ministero della Salute, ha pubblicato un’analisi indipendente sul posizionamento dell’Italia per le vaccinazioni: nella fascia 60-69 anni è al 14esimo posto, con copertura del 5,7%, in Europa, in quella 70-79 anni è 15esima e negli over 80 è 14esima. I dati più bassi nelle regioni del Sud. La Società italiana di psichiatria, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale dello scorso 10 ottobre, ha pubblicato dati preoccupanti: le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. «La pandemia da Covid-19, in tre anni, ha accelerato i tempi di un’altra pandemia, ancora più pericolosa per il futuro: con un incremento delle diagnosi del 30%, come indicato dall’Oms, ma che ogni specialista ha potuto verificare nella quotidianità del proprio lavoro, la prevalenza dei disturbi mentali sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. 

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