C’è preoccupazione tra i componenti della comunità ucraina in Italia, qui siamo a Roma, presso la Basilica di Santa Sofia, in via di Boccea 478. Alla notizia dell’inizio delle operazioni militari della Russia in Ucraina hanno chiamato i loro familiari. Questa donna ha sentito al telefono la figlia.
Questo ragazzo invece, vive in Italia con la figlia, la moglie è in Ucraina per motivi di lavoro, ci racconta di preoccupazioni che ormai persistono da otto anni.
Da un lato la stanca retorica pubblica delle democrazie occidentali, Stati Uniti ed Europa, dall’altro la lucida e spietata determinazione di un autocrate che tutto decide senza avversari, liturgie, contrasti. L’immenso potere di un uomo e del suo esercito, e l’arma potente ma di altra natura delle cosiddette sanzioni. Ora che la Russia ha invaso l’Ucraina, non la regione del Donbass, ma il paese intero, i distinguo malinconici delle ultime ore lasciano il posto a un’indignazione unitaria. Cronaca sporca di una guerra annunciata, in Ucraina Putin non gode di una buona reputazione.