È stato licenziato in piena emergenza sanitaria e successivamente reintegrato dal giudice. È accaduto ad un operaio edile di Cassino che si è visto privare del lavoro in piena pandemia. Nonostante non fosse legale licenziare in piena emergenza covid, il suo datore di lavoro ha pensato bene di lasciarlo a casa. La sentenza è arrivata dal tribunale di Cassino nelle scorse ore creando un precedente giudiziario in materia. Il dipendente ha deciso di fare ricorso al giudice del lavoro rivolgendosi ai legali Salera e Alfei. Il giudice del lavoro gli ha dato ragione, i suoi avvocati hanno impugnato il licenziamento sostenendo che “la chiusura di un singolo cantiere non può essere equiparata alla cessazione dell’attività e che la società aveva continuato ad operare in altre zone e con altri appalti”. Inoltre i legali hanno anche sostenuto “che nel caso in specie si profilava una ipotesi di nullità del licenziamento in quanto avvenuto durante la vigenza di un decreto che escludeva la facoltà del datore di lavoro di recedere dal contratto nel perdurare nell’emergenza sanitaria”. Il giudice ha reintegrato l’operaio ritenendo che il comportamento del datore si lavoro rientrasse perfettamente nelle norme del divieto di licenziamento. L’azienda dovrà anche risarcire l’operaio di un importo pari alla retribuzione maturata dal giorno del licenziamento al momento del ritorno al lavoro.
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