LATINA: CONTRASTO AL CAPORALATO, PRESENTATO ESPOSTO

Non si fermano i lavori per contrastare il fenomeno del caporalato in provincia di Latina, così come si moltiplicano le richieste di intervento da parte delle istituzioni per garantire il funzionamento secondo legalità delle numerose aziende agricole operanti nell’agro pontino. Nelle scorse ore le richieste della Cgil con il segretario Maurizio Landini in testa e quelle della Flai con Giovanni Minnini che chiedono interventi per far si che le attività delle aziende del gruppo Lovato vengano affidate ad un amministratore giudiziario che si occupi soprattutto della tutela dei lavoratori. L’esposto è stato depositato presso la Procura di Latina così come annunciato nel corso della manifestazione del 6 luglio scorso nel capoluogo pontino. La morte di Satnam Singh, il bracciante agricolo che prestava lavoro nell’azienda di Lovato a Borgo Santa Maria, avvenne in un contesto lavorativo del pieno sfruttamento dei lavoratori, sempre pronti a subire pur di restare in Italia e portare a casa la pagnotta. Riflettori sempre accesi quindi sulle aziende che fanno capo all’imprenditore Lovato, arrestato nelle scorse settimane dopo il decesso di Satnam Singh, aziende che, si legge nell’esposto, si servirebbero per tutto l’anno di un elevato numero di lavoratori di cui solamente una piccola quota sarebbe parzialmente regolarizzata, ovvero con contratti che prevedono formalmente poche giornate lavorative quando invece i lavoratori sono quotidianamente presenti sul luogo di lavoro per periodi di tempo molto più lunghi, mentre la stragrande maggioranza dei lavoratori sarebbe priva di contratti di assunzione, coperture previdenziali e coperture assistenziali”. La regolarizzazione dei rapporti di lavoro esistenti per il tramite dell’amministratore giudiziario si renda ancor più necessaria non solo per evitare ulteriori danni per i braccianti irregolari impiegati in condizioni di sfruttamento e che in questi giorni starebbero ricevendo fogli di via da parte delle autorità di pubblica sicurezza, ma anche perché il loro allontanamento sarebbe potenzialmente deleterio per l’accertamento dei fatti che potrebbero avere rilevanza penale in quanto priverebbe gli investigatori della possibilità di ascoltarli quali testimoni”.

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