DOPO FRANCESCO, IL TOTO-NOMINE

Bisognerà aspettare la nomina del nuovo Pontefice per riprendere le celebrazioni di beatificazione già programmate. È stata convocata martedì mattina, nell’aula del Sinodo, la riunione per stilare un programma di eventi susseguenti il decesso di Papa Francesco. Un incontro organizzativo.

Saranno le successive congregazioni, con l’arrivo dei cardinali da tutto il mondo, a dare indicazioni, come avvenuto nel 2013, in cui saranno effettuate le scelte per il futuro Conclave. I cardinali presenti  alla prima congregazione, una sessantina, hanno giurato segretezza sui lavori. Lo riferisce la sala stampa vaticana. Secondo la norma dell’Universi Dominici Gregis.  

Intanto, in queste ore, si apprende che in Vaticano, già da qualche mese, era pronto un piano B per i riti della Santa Pasqua senza il Pontefice. La permanenza di Papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma, dove è stato ricoverato lo scorso 14 febbraio, per una polmonite bilaterale ha fatto da subito partire il toto-nomi sul suo successore e da più parti si è parlato di avviare una sorta di «conclave ombra». Bergoglio nel corso del suo pontificato ha voluto spingere la Chiesa verso oriente. Su 134 cardinali elettori, 24 sono dell’Asia, una spinta notevole per un pontefice asiatico o africano e rappresenterebbe la prima volta. I cardinali italiani più accreditati sono Pietro Parolin, segretario di Stato e Matteo Maria Zuppi  presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Pietro Parolin, 70 anni, diplomatico di lunga esperienza, è considerato un candidato «di continuità» e allo stesso tempo «un equilibratore».

Matteo Maria Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha una forte sensibilità sociale e una lunga esperienza nella Comunità di Sant’Egidio. È visto come espressione di una Chiesa vicina ai poveri e al dialogo, ma con un approccio pastorale innovativo. Poi c’è il francescano Pier Battista Pizzaballa, 60 anni, patriarca latino di Gerusalemme. La sua candidatura potrebbe essere favorita dalla necessità di un ponte tra Oriente e Occidente, oltre che dalla sua capacità di dialogo interreligioso.

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