Una complessa attività investigativa condotta dai carabinieri nel casertano e coordinata dalla dda,ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 5 soggetti, tra cui elementi di spicco del Clan dei Casalesi – fazioni BIDOGNETTI e SCHIAVONE.
Nel corso delle indagini, durate oltre un anno, sono stati raccolti elementi per documentare l’appartenenza al clan dei casalesi di tre dei soggetti destinatari della misura cautelare. In particolare il primo, noto imprenditore attivo nell’area del litorale domitio è risultato essere l’imprenditore di stabile riferimento del clan per il finanziamento delle casse della famiglia Bidognetti attuato mediante iniziative economiche comuni con esponenti del gruppo criminale. Tra queste, l’acquisto all’asta di numerosi immobili, laddove l’imprenditore avrebbe corrisposto delle somme di denaro ad appartenenti al clan, grazie al cui intervento, gli altri offerenti venivano indotti a rinunciare alla partecipazione all’incanto così da consentire all’imprenditore di aggiudicarsi i beni. L’imprenditore, secondo quanto ricostruito, sarebbe, altresì, direttamente coinvolto in un progetto per la realizzazione di un ristorante di una nota catena di fast food in un terreno sito a Castel Volturno lungo la via Domiziana, già di proprietà di un imprenditore colluso con il clan Bidognetti e colpito da confisca di prevenzione.
Ulteriori elementi, inoltre, sono stati raccolti a carico di un secondo soggetto ritenuto referente del gruppo Bidognetti per la gestione delle attività estorsive sui territori dei comuni di Lusciano e Parete, storicamente di egemonia del clan. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, lo stesso, dopo avere riportato diverse condanne per “fatti di camorra,” principalmente legati alla realizzazione di estorsioni e di detenzione di armi, oltre che per la partecipazione al clan dei casalesi, ed aver scontato un lungo periodo di detenzione, una volta tornato in libertà avrebbe immediatamente ripreso le redini del gruppo camorristico dei Bidognetti, ricominciando a realizzare condotte estorsive e acquisendo, così, un ruolo di grossa caratura all’ interno della cosca. Un terzo soggetto, invece, è stato individuato quale referente del clan – gruppo Schiavone, con particolare riferimento al settore delle estorsioni sul territorio.