L’imprenditore antiracket Roberto Battaglia inattendibile per i suoi “rapporti personali e di affari con componenti della famiglia Zagaria”. Lo scrivono i giudici della Corte di Cassazione nelle motivazioni con cui è stato respinto il ricorso della Procura contro le assoluzioni di Ciro Benenati, Pasquale Zagaria, Pasquale Fontana, Nicola Diana, Filippo, Francesco e Raffaele Capaldo, Antonio e Carmine Zagaria accusati di due diversi episodi di estorsione ai danni di Battaglia.
I giudici della Suprema Corte hanno vidimato la decisione della Corte d’Appello di Napoli di non ascoltare in aula i collaboratori di giustizia Nicola Schiavone e Caterino in quanto la testimonianza di Battaglia sarebbe stata valutata “negativamente circa l’attendibilità intrinseca del racconto” evidenziando “grave tardività della denuncia, sporta a distanza di 12 anni dai fatti, e le numerose contraddizioni in cui il dichiarante sarebbe caduto nella ricostruzione dei fatti. Orbene – proseguono i giudici – tale valutazione negativa di attendibilità della fonte principale di accusa rendeva superflua l’audizione dei collaboratori di giustizia Schiavone e Caterino e ciò anche se il primo andava qualificato come prova sopravvenuta, trattandosi di soggetti che non essendo a conoscenza diretta e personale dei fatti avrebbero potuto riferire esclusivamente in ordine ad elementi di puro riscontro. E tuttavia appare evidente che conclusa negativamente la valutazione della credibilità della persona offesa del tutto superfluo appariva procedere alla ricerca di riscontri che mai avrebbero, comunque, potuto sopperire all’assenza di una prova diretta e principale”.